1° SEMESTRE 2013: AGGIORNAMENTO DATI

NEI PRIMI 6 MESI DELL’ANNO 76 I SUICIDI, PICCO AD APRILE

Continua l’analisi dell’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” dell’Università degli Studi Link Campus University, sul tragico fenomeno dei suicidi legati a difficoltà economiche. Dal 2012 a oggi salgono quindi a 165 i casi.

«Nei primi sei mesi dell’anno sono 76, dunque 165 dal 2012 ad oggi, le persone – dichiara il sociologo Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio – che hanno deciso di rinunciare alla propria vita perché schiacciati dal peso delle difficoltà economiche o dall’incapacità di guardare a un futuro senza lavoroUn terzo dei suicidi si è verificato nel mese di aprile con 24 casi. Nei mesi successivi – prosegue Ferrigni – probabilmente a causa dell’ennesima dose di fiducia degli italiani nei confronti del nuovo Governo e delle politiche economiche per il rilancio del Paese, il numero dei suicidi ha conosciuto una diminuzione. Purtroppo i recenti casi di cronaca e gli ultimi drammatici dati sulla disoccupazione presentano un quadro sconfortante, e i suicidi per crisi economica continuano a essere un fenomeno seriamente preoccupante per il nostro Paese».

Disoccupazione “killer”: cresce significativamente il numero dei disoccupati suicidi. «Nel primo semestre del 2013 – sostiene il prof. Ferrigni – sono cresciuti notevolmente i casi di suicidio tra i disoccupati: si pensi che sono già 29 i suicidi tra i senza lavoro nei primi sei mesi del 2013 contro i 18 registrati nello stesso periodo lo scorso anno e i complessivi 28 casi dell’intero 2012. Si tratta di un quadro preoccupante – continua il direttore dell’Osservatorio – che rappresenta le drammatiche difficoltà legate alla crisi economica in cui versa il Paese. Debiti, fallimenti, licenziamenti, paura per il futuro, rassegnazione, hanno già portato al gesto estremo decine e decine di imprenditori e oggi fanno vittime in maniera sempre più evidente anche tra i disoccupati».

 

 

Nel complesso il numero dei suicidi tra gli imprenditori resta il più alto: 34 nei primi sei mesi dell’anno, 83 dall’inizio del 2012 ad oggi i titolari d’azienda che, maggiormente esposti all’andamento negativo del mercato e dell’economia, hanno scelto di rinunciare alla propria vita ritenendo insormontabili le difficoltà e le problematiche legate alla crisi.

Si abbassa l’età media delle vittime di suicidio: nel 1° semestre un suicida su quattro ha un’età compresa tra i 35 e i 44 anni. Se nel 1° semestre del 2012 le vittime di suicidio con età compresa tra 35 e 44 anni rappresentavano il 9,4% dei suicidi, nel semestre appena concluso la percentuale è salita addirittura al 23,7%. Sono infatti 18 i casi registrati nel primo semestre del 2013 contro i 6 dei primi sei mesi dello scorso anno. In altre parole, il numero delle “giovani” vittime di suicidio per crisi economica è triplicato nell’arco di un solo anno. L’incidenza più alta dei suicidi permane, ciononostante, tra i 45-54enni e i 55-64enni (31,6%).

La maglia nera al Nord-Est con il Veneto in testa, aumento significativo nel Nord-Ovest. Nel 1° semestre del 2013 il numero più alto di suicidi si registra ancora una volta nel Nord-Est con 21 casi a fronte dei 17 registrati nel primo semestre dello scorso anno. Cresce sensibilmente invece il numero dei suicidi nell’area Nord-Ovest del Paese: sono infatti 17 gli episodi contro i 7 del primo semestre del 2012. Sono 17 i casi registrati anche al Centro; a seguire il Sud con 12 e le Isole con 9.

Stabile rispetto ai primi tre mesi dell’anno il numero dei tentati suicidi. Preoccupante e significativo, ma allo stesso tempo stabile rispetto al 1° trimestre, il numero dei tentati suicidi: sono infatti 11 le persone che nel secondo trimestre del 2013 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni economiche. Complessivamente 22 i casi nei primi sei mesi del 2013.

Tentati suicidi: primo vero campanello d’allarme al Sud. Il dato relativo ai tentati suicidi descrive uno scenario minaccioso. «Se si considera infatti continua Nicola Ferrigni – che al Sud il tasso dei suicidi per crisi economica è sempre stato più basso rispetto alla media nazionale, desta preoccupazione il fatto che, rispetto a solo un anno fa, i tentati suicidi nelle regioni meridionali siano passati da un solo caso a ben 8 tragici tentativi di porre fine alla propria vita».

Anche nelle regioni insulari una simile considerazione: 4 casi rispetto al caso singolo registrato nel 1° semestre del 2012. L’aumento si registra anche nelle regioni del Centro Italia in cui da gennaio a giugno 2013 si sono verificati ben 5 casi.

«I dati indicano quindi conclude il direttore Ferrigni – una storica e significativa inversione  di tendenza della mortalità per suicidio nelle regioni meridionali, sottolineando ancora una volta la tragedia umana che si sta consumando nel nostro Paese e a cui necessario prestare la massima attenzione affinché anche quei tentativi di porre fine alla propria vita non si trasformino in drammatici epiloghi».